Al ristorante cosi? No grazie!

Al ristorante cosi? No grazie!

Barriere trasparenti…

Quanti articoli avete letto su questa pandemia? Quante soluzioni geniali, per modo di dire, avete contato? Per non asserire che questo periodo di forzata asocialità, sembra avere marcato in noi i lati più estremisti e intolleranti, altro che andrà tutto bene…

Di sicuro c’è che torneremo a lamentarci della nostra quotidianità lavorativa, torneremo ad essere stanchi e non avere tempo di fare null’altro, torneremo a comprare la pizza surgelata mentre il nostro lievito madre piano piano morirà dimenticato in un angolo del frigo, nascosto da confezioni di cibo già pronto e addio all’IO panificatore, pasticcere, gran chef.

“i social raccontano”
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Ma la cosa più divertente, per me che son ristoratore, è stato leggere le grandi idee nate per le riaperture delle nostre attività. Preso atto che ci vorrà un po’ di tempo per riappropriarsi della capacità del buon senso, informarsi su i dispostivi igienico sanitari per rendere a norma il proprio locale è stato davvero esilarante.

Ma davvero dovremo trovarci ad installare al tavolo divisori di plexiglass tra commensali? Ma davvero le persone avranno voglia di uscire per passare una serata in compagnia o romantica divisi come criceti nella gabbietta di plastica? Immaginate dovervi passare il vino, o anche per i miscredenti solo l’acqua, immaginate lo spaghetto che sguizza nel piatto e schizza macchie di sugo e olio sul plexiglass, immaginate di tenere la mano della propria amata.

Credo che soluzioni del genere siano solo frutto di speculazioni mediatiche e non, idee nate per creare false sicurezze, ma che in realtà si insinuano nell’inconscio delle persone e minano il buon senso.

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Ecco ci vorrebbe un pizzico di buon senso. Noi ristoratori conosciamo bene le norme igienico sanitarie, o meglio quasi tutti noi, ci rendiamo conto che le persone avranno bisogno di tempo per riprendere le proprie abitudini, ma penso che nessuna barriera trasparente, dopo essere stati tra barriere domestiche per quasi tre mesi, possa invogliare ad uscire con queste condizioni. Confido in una ristorazione evoluta, che possa capire l’esigenza dei clienti, tavoli un po’ più distanti per mitigare le paure, tovagliette usa e getta per tranquillizzare l’avventore, una sanificazione costante e attenta, ma per favore non un call center come ristorante.

Da cliente, si ogni tanto anche noi facciamo i clienti, piuttosto che andare in un locale per essere ingabbiato dal plexiglass e non sentirmi a mio agio, preferirei starmene a casa, ma attenzione non per una questione di paura del virus, ma solo di buon senso: “non ci sono le condizioni per aprire i ristoranti in sicurezza? Allora nessuna barriera di plexiglass potrò rendere la mia serata piacevole”.

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